Sat Nam Rasayan

Guru Dev Singh

Ho tratto molti benefici dal Sat Nam Rasayan e di questo sarò sempre grato al Maestro Guru Dev Singh. Considero che  sia una valida terapia e un complemento fondamentale alla vita quotidiana per coloro che praticano yoga e per chiunque. Insegna a riconoscere uno stato meditativo di “vuoto (Shunya)” che amplifica l’attenzione, la consapevolezza e la compassione…

“Cura attraverso uno stato di comunicazione profonda con il paziente. Uno stato indifferenziato della coscienza. Sat Nam Rasayan letteralmente significa “la cura attraverso l’assorbimento nel  Verbo Divino”.

Yogi Bhajan definisce: “Sat Nam Rasayan è la tua purezza e pietà con cui comunichi con un’altra persona   e fai che questo mangi tutta la confusione della micro coscienza e del campo elettromagnetico e la persona è guarita!”

Al contrario di una tecnica, questo sistema si fonda sul riconoscimento di uno stato caratteristico della coscienza nel quale il praticante è direttamente in relazione con ciò che lo circonda. Questa relazione si intensifica procedendo nella pratica e permette di produrre, partendo dalla  coscienza individuale, uno intima relazione con il modo circostante.

Ciò significa che la pratica del Sat Nam Rasayan avviene liberamente, riconoscendo i propri condizionamenti, le proprie resistenze e facendo in modo che diventino terapeutici.

Yogi Bhajan ha trasmesso questo insegnamento a  Guru Dev Singh, che si è fatto carico di dare origine alla Scuola Internazionale di Sat Nam Rasayan.

Alcune considerazioni  dei Maestri

Per tentare di comprendere l’essenza del  Sat Nam Rasayan, bisogna riflettere sul rapporto che si instaura tra l’universo manifestato e il vostro essere dal momento della nascita. Non siamo nati come uomini per fare un’esperienza spirituale, ma come spirito, per fare un esperienza umana: l‘anima è pura,  libera e pulita e così deve continuare ad essere fino a ritornare al Parmatma (la grande anima).  Ogni cosa creata è di per sè perfetta, e rimane tale se viene rispettata nella sua natura originale e non viene portata fuori dal suo equilibrio, mascherata o rovinata.  L’unica constatazione lucida e onesta che possiamo fare è che l’universo ci sta conducendo inesorabilmente, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, verso la nostra fine.

Yogi Bhajan ripete molto spesso che la vita è come un film del quale noi siamo gli spettatori. La sola vera offesa verso il nostro Creatore è di chiudere gli occhi.

Il senso di questa metafora è che non abbiamo nessun controllo sulla nostra esistenza, l’unica cosa che ci è consentita  fare è vivere liberi dal velo delle illusioni.

Questa impotenza e questa passività risultano unicamente perchè se ci siamo talvolta resi conto di non essere altro che un processo di coscienza ci sfugge, invece totalmente, che anche l’universo funziona allo stesso modo. Come un processo di coscienza. Ma perdiamo la possibilità di vivere all’unisono, di accordare il nostro processo interno con quello dell’universo: siamo pieni di resistenze e di condizioni che poniamo continuamente alla realtà e che formano un filtro attraverso il quale la percepiamo.

Costituiamo  una distinzione tra Me e l’Altro, tra Dentro e Fuori, tra Prima e Dopo ecc..e  tentiamo di infilare nell’imbuto della nostra coscienza la Realtà . Perchè creiamo tutte queste differenziazioni?

Soprattutto perché queste differenze ci procurano un sentimento di identità, e maggiore è la differenziazione e più forte è il sentimento di identità. E l’identità ci da un’illusione di controllo sulla realtà. Perdere l’identità è la nostra più grande paura.

Quello che crediamo essere il mondo in cui viviamo non è altro che un’interpretazione simbolica, una proposizione. Il solo vero problema è che la confondiamo con la realtà stessa.  Ogni volta che sperimentiamo una situazione nuova, creiamo uno schema di questa situazione che sia il più confortevole possibile per la nostra psiche. E quando ritroviamo una situazione analoga rinforziamo ulteriormente il nostro schema fino a quando questo, alla fine maschera la realtà. Così come possiamo controllare i nostri schemi, che sono solo le nostre proprie creazioni, così abbiamo l’illusione di controllare la realtà. Questo non è altro che il più alto grado di alienazione. Così durante tutta la vita, la nostra coscienza è separata dalla realtà e più la distanza tra le due è grande, più il nostro sentimento d’identità e di controllo è forte, dandoci l’illusione di sicurezza quando invece è la paura che ci tiene in questo stato e che guida il nostro destino.

L’obiettivo del  Sat Nam Rasayan è di mettere il nostro processo di coscienza individuale in risonanza con quello dell’universo, cioè ridurre progressivamente la distanza che separa la nostra coscienza dagli avvenimenti che costituiscono la realtà nel suo insieme, fino al punto in cui la coscienza e l’evento sono UNO. Non c’è alcuna tecnica che possa permettere di liberarsi dai condizionamenti sensoriali, perché ogni tecnica per quanto sofisticata, è per essenza un’azione. Ed un’azione si poggia sempre su una cosa nota, ne porta in se una limitazione. Che possiamo fare dunque per liberarci?  Semplicemente permettere alla realtà di pervenire tale quale essa è. Lasciare le sensazioni esistere nel non agire integrale, senza concentrarsi su alcuna di esse e senza fuggire o limitarne alcuna; in questo modo entrate nello Spazio Sensibile.

Vi dovete ora rendere conto che la vostra qualità di guaritori, di sciamani, o semplicemente il vostro risveglio spirituale dipenderà dall’ accelerazione del vostro processo di coscienza sotto l’azione del Sacro, e quello dipende a sua volta dalla vostra capacità di entrare e muovervi sempre più profondamente nello spazio sensibile.

Il fine ultimo cui cerchiamo di pervenire nel Sat Nam Rasayan è di indebolire la struttura che sostiene la nostra interpretazione simbolica della realtà lavorando nello Spazio Sensibile fino al punto che questa struttura ci abbandona. In quel momento siamo UNO con l’avvenimento. E’ l’esperienza spirituale che  viene chiamata Illuminazione.

Un giorno venne posta ad un maestro questa domanda: Chi è un essere illuminato? Molto semplice rispose, Quando un uomo normale tiene una mela in mano, ci sono in realtà due mele, una nella sua mano e una nella sua testa. Un illuminato, invece, ne ha solamente una.

L’apprendimento del Sat Nam Rasayan si fonda sulle sensazioni. Per questo sistema, tutto quello che esiste, esiste per il fatto che può essere sentito. Permettere è semplicemente non condizionare la sensazione lasciandola giungere senza limitarla. Accetto le sensazioni tali e quali esse sono, senza modificarle o aggiungere niente. Non pongo alcuna proposizione a quello che sento e non tento di controllare nulla. Non stabilisco alcuna condizione. Non metto alcun limite al mio sentire. Lascio che la sensazione mi arrivi in una maniera infinita. Mi lascio penetrare e attraversare da essa. Ogni sensazione è infinita.

Se non pongo alcuna limitazione  alla sensazione essa mi investirà in una dimensione indescrivibile.  Se abbandono il controllo e non mi arresto davanti al processo, la conoscenza intera dell’universo apparirà in me.”

Quanto questa affascinante tecnologia  sia efficace in termini di risultati clinici quantificabili è, ad oggi, è impossibile valutare. Ci auguriamo che la Scuola di Sat Nam Rasayan si strutturi per dare risposte e rassicurazioni a quanti chiedono di recuperare la salute. Per questo motivo mi auguro che i curatori di Sat Nam Rasayan vogliano organizzarsi in un sistema di scambio di esperienze e di risultati.